
Se chiedi a qualcuno di fare qualcosa, avrai due possibili reazioni: o questa persona acconsente e fa quella determinata cosa, o non acconsente, pertanto ti tocca fartela da te.
In realtà, le cose non sono così semplici, se t’imbatti in qualcuno che acconsente a parole ma che alla fine, nonostante timidi tentativi di realizzazione, non fa quanto pattuito.
La persona in questione potrebbe semplicemente aver cambiato idea, e in questo caso te lo comunicherà.
Se però la persona tergiversa, cerca scuse, si ripromette e ti ripromette di riparare – anche se entrambi sapete che finirà ancora in un nulla di fatto – è molto probabile si tratti di una persona con serie difficoltà relazionali, tanto serie da sfuggire persino ai manuali di psicodiagnostica.
Tra i cosiddetti disturbi NAS, cioè Non Altrimenti Specificati, per i quali in pratica non si riesce a trovare un accordo definitorio, compare anche il disturbo passivo-aggressivo, caratterizzato da una strana commistione tra questi due atteggiamenti, aggressività e passività, che di solito sono come il giorno e la notte.
Il comportamento si basa su una sorta di non-azione, condita da emozioni e motivazioni negative e accompagnato da ostilità sotterranea.
Chi si comporta in questo modo, in genere, lo fa in maniera non verbale, per evitare il confronto diretto con l’altro.
Il problema è che l’altro in questione può non capire i veri sentimenti di chi mette in atto questo comportamento, acuendo suo malgrado il rancore della persona passivo-aggressiva, in un circolo vizioso.
Da una parte c’è la comunicazione aperta e onesta, dall’altra il sotterfugio crudele e l’abuso della fiducia.
Ecco alcuni esempi di comportamenti passivo-aggressivi:
- essere ambigui: parlare in modo criptico e confuso per intorbidire le acque della comprensione degli altri e farla franca
- scusarsi sempre: per non aver fatto quanto promesso o per non aver dato quanto era ovvio dare
- drammatizzare: un modo per mettersi al centro della scena e guadagnare l’attenzione vittimizzandosi
- rimandare: quasi sempre a spese degli altri
- essere in ritardo: o dimenticarsi sempre qualcosa di essenziale
- evitare l’intimità: mostrandosi arrabbiati o apertamente negativi
- usare colpa o malumore: per punire gli altri o per accattonaggio di attenzioni
- fare polemiche e speculazioni verbali: invece di rifugiarsi nel non verbale, travolgere con fiumi inutili di parole
- trattenere la tenerezza: per infliggere punizione o controllare l’altro
- essere irresponsabili: o non comunicare per tempo su questioni di importanza collettiva

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